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giovedì 7 febbraio 2013

Quando Sherlock giunge ai giorni nostri

QUANDO SHERLOCK GIUNGE AI GIORNI NOSTRI


"I'm not a psychopath, Anderson. I'm an highly functioning sociopath. Do your research!"



Lo ammetto. 
Quando sono venuta a conoscenza che la BBC aveva realizzato e trasmetto una versione di Sherlock Holmes ambientata ai giorni nostri, ero molto scettica. Tant'è che ci ho messo molto a prendere il coraggio di guardarla. La serie tv, realizzata da Moffat e Gatiss, aveva riscosso subito successo. Il che mi aveva reso ancora più sospettosa: mi aveva reso sospettosa soprattutto Moffat, in quanto in Doctor Who aveva dimostrato sì una spiccata genialità, ma una infinita quantità di buchi logici e lacune.
Un giorno, prendo coraggio e guardo la prima puntata della prima serie, temendo avessero addolcito la figura di Holmes come spesso accade. Insomma, parliamoci chiaro: Holmes non è assolutamente  un animale sociale o un gentiluomo, e si droga per colmare la mancanza di casi e indagini, spara alla parete quando è annoiato, è una persona estremamente e fermamemente logica. L'unica cosa che mi confortava era l'idea che nel ruolo di John Watson ci fosse Martin Freeman, former Arthur Dent nell'adattamento cinematografico di Hitchhiker's Guide to Galaxy e ovviamente tornato alla ribalta come interprete di un giovane Bilbo Baggins ne Lo Hobbit. Benedit Cumberbatch non mi convinceva affatto. Troppo giovane: insomma, Holmes ha una certa età nei libri. Pensavo non fosse all'altezza del personaggio.
Ma mi sbagliavo.
Eccome se mi sbagliavo.
Penso sia stato il primo adattamento dei libri di cui io non mi sia lamentata affatto. L'ho amato al 100%. Anche i film di recente impronta americana, diretti da Guy Ritchie con Robert Downey Jr. e Jude Law, mi avevano soddisfatto: non del tutto, però, in quanto nel primo lamentavo la presenza di troppe scene d'azione,  e nel secondo il ribaltamento della figura di Holmes non mi era piaciuto affatto (tralasciamo tutte le scene abbastanza esplicite fra lui e Watson al limite del ridicolo e che hanno accontentato solo le slash fangirl.)
Insomma, Sherlock mostra l'ennesima capacità degli inglesi di creare una serie tv. Anche se non è una serie tv come le altre: gli episodi che compongono le due serie sono solo tre (quindi sei in tutto); però sono della durata di un'ora e mezzo-due ore ciascuno. Praticamente dei film. 
Non farò un commento completo degli episodi, perché voglio lasciarvi il piacere di conoscere questa serie da soli, episodio dopo episodio. Ma vi assicuro che ne vale davvero la pena.

"Sherlock, put your trousers on!"
"What for?"


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