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venerdì 15 febbraio 2013

30 Giorni di Libri #09



30 GIORNI DI LIBRI



#09: UN LIBRO CHE TI HA FATTO CRESCERE




La prima volta che lessi 1984 mi colse un forte senso d'angoscia.
L'angoscia della verità. Perché benchè sia ambientato in un futuro distopico, i collegamenti con la nostra realtà e la società in cui viviamo, fanno venire i brividi da quanto sono reali e vividi.
Con tutta probabilità, molti di coloro che  giungeranno su questo post non avranno mai sentito nominare questo libro. Ma mi basterà estrapolare da esso una sola espressione che vi risulterà familiare: Grande Fratello. No, non sto parlando di quella trasmissione di bassisimo profilo culturale che ci stanno propinando da una decina di anni a questa parte. Benché l'origine dell'espressione provenga proprio da questo libro, il format televisivo e il Grande Fratello di Orwell rappresentano solo un pessimo caso di omonimia. Il Grande Fratello di Orwell è sì una entità non ben definita che nessuno ha visto se non nei manifesti, un uomo dai folti baffi che osserva tutti i cittadini dall'alto dei manifesti, una rete di stretto controllo visivo-uditivo 24h/24, il capo assoluto del governo, ma non è un'entità che si mette a spiare dei poveri idioti in una casa. Spia tutti quanti. Alla ricerca di ogni minima alterazione del sistema, alla ricerca di ogni minimo cenno di libertà individuale.
Sì, perché nel mondo di Orwell non esiste la libertà. Non esistono nemmeno più i legami amorosi o affettivi. La castità femminile è esaltata come una virtù, l'atto sessuale è visto come mero mezzo per la riproduzione (quindi programmato), i figli, le nuove generazioni, sono pronti a tutto pur di compiacere il sistema, arrivando persino a denunciare i propri genitori (e quindi condannarli a morte).
Ci troviamo di fronte ad un mondo in cui non c'è spazio per i sentimenti, non c'è spazio per le parole o l'arte, non c'è spazio per la verità o per il passato, inghiottito dalla tecnica del bispensiero (tecnica che da molti è messa in atto). In cui il Ministero dell'Amore gestisce gli affari di guerra, il Ministero della Verità si occupa di costruire menzogne. Un mondo in cui esiste il bene, rappresentato dall'Ingsoc, l'unico partito che gestisce il governe, e il male, rappresentato da un unico grande nemico (che nessuno ha mai visto, se non nei manifesti o attraverso la televisione).
E in questo mondo traviato, oppresso, ma dove nessuno ha la volontà di ribellarsi (non per la paura, ma perché nessuno vede il senso di ribellarsi o lamentarsi), dove anche il solo pensiero contro il partito è un reato di competenza della psicopolizia, Winston Smith, l'ultimo uomo in europa (come soleva definirlo Orwell), lotta per mantenere l'ultimo briciolo di umanità, per mantenere quell'ultimo briciolo di coscienza che lo porta a realizzare quanto sia sbagliato il mondo in cui vive, che lo porta all'amore per Julia, un amore segreto perché l'amore, nel suo mondo, è proibito.
Quindi sì, lo trovo un libro importante, che tutti dovrebbero leggere.
Un libro anche profetico, come del resto lo era stato anche La fattoria degli animali. 

Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere

O la frase che mi ha sempre dato i brividi:

 "Come posso fare a meno di vedere quel che ho dinanzi agli occhi? Due e due fanno quattro!.""Qualche volta, Winston. Qualche volta fanno cinque. Qualche volta fanno tre. Qualche volta fanno quattro e cinque e tre nello stesso tempo. Devi sforzarti di più. Non è facile recuperare il senno."






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