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martedì 8 maggio 2012

Jack in the Box - Project


Jack in the Box: Project è rinato!
A volte ritornano. Ed è proprio questo il caso di una mia vecchia storia dal sapore dolce amaro (un momento, tutte le mie storie hanno un sapore dolce amaro) non ambientato in un altro mondo, senza fringe-science né niente. Per una volta, ho voluto raccontare la vita così com'è (non la mia, per fortuna), la vita spezzata di due fratelli che cercano di inseguire un sogno. Questo progetto era nato tanto tempo fa per essere un fumetto, ma dopo lo storyboard della prima "puntata" è naufragato tutto. Riprendendo in mano quello storyboard, ho deciso che la storia meritava di essere ripresa: ed ecco, Jack in the Box è rinato (anche se non so se manterrò effetivamente questo nome).

Jack in the Box parla del tentativo di recuperare una vita costellata di episodi gravi e devastanti (la morte dei genitori, gli abusi e i maltrattamenti dello zio, dipendenza da droga e un tentativo di suicidio) attraverso il sogno di formare una band. Ma dimenticare il passato non è qualcosa di semplice, e nonostante le difficoltà fino a quel momento affrontate sembra che la vita non abbia smesso di porre ostacoli sul cammino di questi due fratelli, fino al tragico epilogo della storia.
L'immagine dovrebbe essere abbastanza esplicativa dell'assenza di un happy ending, almeno, non nel senso pieno di happy ending. 

Presto uploaderò su questo blog le pagine dell'episodio iniziale di questo fumetto, ancora in fase di storyboard. Tenetevi aggiornati per saperne di più!

Maat



giovedì 5 aprile 2012

Perché il bad guy è il bad guy

Folle di scrittori o aspiranti tali, me compresa, che vanno in panico alla fatidica domanda.
"Perché il cattivo è cattivo?"


Una domanda più che legittima, ma se riflettete bene vi renderete conto che la maggior parte dei cattivi è così senza alcuna motivazione.

"Perché è cattivo?"
"Perché sì"

E se anche hanno una motivazione, hanno la motivazione più banale del mondo e in ogni caso non sanno dare spiegazioni.

"Perché sei cattivo?"
"Perché voglio conquistare il mondo!"
"E perché?"
"Come perché? Perché sì!"

Punto e capo, dunque.
Così non va. Bisogna difenderli questi personaggi "kattivi"! Io mi pongo alla difesa del kattivo: no al colesterlo, sì ai kattivi!
Quello che voglio dire è che la gente, scrittori in primis, non considera i cattivi. La psicologia dei "cattivi" è uno dei primi elementi che si tende a mettere da parte, ignorare. Cosa serve caratterizzare una persona psicologicamente che tanto non porta alla immedesimazione il lettore? Che cosa serve dare spessore ad un personaggio che comunque starà sulle scatole a tutti?
Serve, serve. Serve eccome!

Psicologia dei "kattivi": dar loro una motivazione
La psicologia dei "cattivi" è un meraviglioso universo sottovalutato.
Innanzi tutto, bisogna dare ai "cattivi" una motivazione che sia una motivazione! Non fermatevi ai soliti cliché della "sete di potere" o "del desiderio di comandare". I "kattivi" non sono nati "kattivi", lo sono diventati. Per quale motivo? Costruite loro un background, per l'amor del cielo! Abusi infantili? Pestando il loro pesciolino rosso hanno improvvisamente compreso che a loro piace uccidere?
Non è necessario che voi raccontiate il loro background, ma è necessario costruirlo perché sono gli eventi del passato che lo spingono ad agire nel presente della vostra storia. Non è lavoro sprecato, credetemi.

Non è tutto bianco o tutto nero.
Esiste il grigio. Nel senso, non affibbiate ai vostri poveri "kattivi" solamente qualità negative: persone tutte negative o tutte positive non esistono (non nella realtà. Quindi questo discorso vale anche per il protagonista, ma di questo si parlerà in un altro articolo): non abbiate paura a far mostrare loro qualche lato umano, qualche debolezza: paradossalmente, questo rinforza il personaggio. Ad esempio, l'antagonista può avere una passione viscerale per l'opera lirica, oppure può avere una donna di cui è innamorato. Insomma, esistono tante piccole cose che potete attribuire loro, senza sminuire la "kattiveria" dei vostri antagonisti.

I cattivi non sono stupidi. Date loro un po' di dignità.
Mi imbatto sempre in storie in cui i cattivi sono proprio stupidi e il protagonista - stupido anche lui - riesce a fargliela sempre sotto il naso. Non va bene così. Cattivo non è sinonimo di stupido. I cattivi hanno una loro dignità e di sicuro questa salterà fuori quando comincerete a caratterizzarlo come si deve.
Vi faccio un esempio: stiamo parlando di un fantasy. Il kattivo di turno è il tiranno, da dieci anni spadroneggia sul regno, uccidendo a destra a manca; gruppi di resistenza non sono mai riusciti a colpirlo. Arriva il primo cretino che si infila nel Palazzo e gli stacca la testa con la spada, trovando i corridoi del palazzo privi di guardie. Vissero tutti felici e contenti. Oppure, ben sapendo di essere il cattivo più cattivo del regno, si mette a passeggiare fra i boschi e i ribelli possono così trafiggerlo con una freccia (è ancora più grave se non pensano nemmeno a colpirlo quando è così vulnerabile). Insomma, NO! Un cattivo non si espone così, a meno che non abbia la garanzia di uscirne incolume: non ho mica regnato dieci anni per farmi uccidere in modo così stupido, no?
Il vostro antagonista non può essere celebroleso, altrimenti non avrebbe spadroneggiato per dieci anni (anche se...).
E in ogni caso, evitate nomignoli stupidi, tipo "Galbatorix". Date loro un po' di dignità o fateli suicidare all'inizio della storia, dopo aver lasciato un biglietto con scritto:
"Non posso vivere con la consapevolezza di essere "un kattivo" poco approfondito e dal nome ridicolo."


God saves the bad guys!


venerdì 16 marzo 2012

Servimi il cielo

Ogni volta ricominciare daccapo con un blog è faticoso. Scegli gli sfondi, scegli i font, scegli i gadget, che cosa scrivere, mettere a posto il tuo profilo: insomma è una noia. Nonostante tutto, questo è terzo blog che la sottoscritta - in un attacco di pazzia - ha deciso di aprire. Di che cosa parlerà? Parlerà di me. Parlerà delle mie creazioni, delle mie idee, della mia mente. Tutto questo sotto il patrocinio della mia ritrovata alleata - scusate, padrona - Ninive che sovrintenderà ogni mia creazione e ogni mio post.
Ed io chi sono? Non mi piace darmi delle etichette, se devo essere sincera, ma per amore di una semplificazione vi dirò in breve che cosa mi piace: la scrittura, il disegno, la musica, l'astronomia e l'archeologia : di interessi ne ho molti di più, ma questi posso definirli senza dubbi i pilastri della mia persona, i punti cardinali per orientarvi all'interno della mia mente.

Allacciatevi le cinture e buon viaggio! - e anche "buona fortuna", ne avrete molto bisogno.
(Non preoccupatevi, Ninive e Shal proteggono il vostro cammino.)